domenica 23 novembre 2014

Tharros - Monte Prama

In questo blog vengono pubblicate soltanto foto. L'attività dell'Associazione Tholos viene aggiornata nel seguente blog:
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Domenica 9 novembre un gruppo di soci e di simpatizzanti Tholos si è recato nell'oristanese.
La prima tappa è stata la chiesa con ipogeo di San Salvatore.
Scesi nella parte sottostante la chiesa, abbiamo visitato il luogo che, nato come pozzo sacro del periodo nuragico, è stato riutilizzato dai punici, dai romani e infine dai cristiani sempre con motivazioni sacre. 





Altare


Uno dei due pozzi


Le pareti dell'ipogeo mostrano una gran  quantità di disegni eseguiti con tratti di colore nero. Tra tutti i disegni spicca questo gruppo che rappresenta Venere, Marte e Hermes. 


Pozzo che contiene al centro un betilo. Viene interpretato come l'unione tra l'elemento maschile (il betilo) con l'elemento femminile (l'acqua) che dà origine alla vita.



Altare

Lasciato il villaggio di San Salvatore arriviamo nella penisola del Sinis dove troviamo San Giovanni del Sinis, una tra le più antiche chiese della Sardegna. 


Abside di San Giovanni del Sinis, chiesa dedicata a San Giovanni Battista.



Torre di San Giovanni del Sinis


Il Castellum Aquae che raccoglieva l'acqua da distribuire alla città. 




Nel periodo cartaginese l'acqua piovana veniva raccolta in cisterne a bagnarola che si trovavano sotto le abitazioni e gli edifici.

Questa è l'apertura di una cisterna a bagnarola ancora completamente coperta.

Resto di canaletta che convogliava l'acqua contenuta nel castellum aquae per raggiungere le varie parti della città.


Parte della canalizzazione che partiva dal castellum aquae


Altra cisterna a bagnarola. Nello sfondo il tempio.


Terme di Tharros

Dopo pranzo ci siamo recati al Museo di Cabras dove sono esposte le statue di Monte Prama. 

Le statue sono state ritrovate nel 1974 da un contadino che arava il terreno. Tre anni dopo, nel 1977 Giovanni Lilliu pubblicava il libro "Dal betilo aniconico alla statuaria nuragica". Per lo studioso il ritrovamento è stato la risposta alla sua domanda: E' possibile che una popolazione che ha raggiunto il livello della cultura nuragica non ha sentito il bisogno  "di realizzare grandi immagini di arte 'aulica', fondate sulla raffigurazione antropomorfa di simboli del potere (divinità, eroi ecc.) proprio in funzione di egemonia, di governo e di dominio del gruppo tribale"?

Il 31 marzo 1974 Giuseppe Atzori dà subito notizia del ritrovamento in un articolo pubblicato dalla "Nuova Sardegna". L'ipotesi è che si tratti di statue e altri manufatti da collegare ad un "probabile tempio punico", ma ben presto ci si accorge che la somiglianza delle statue con i contemporanei bronzetti nuragici è troppo stretta per essere solo una coincidenza. 
In realtà a Monte Prama si è scritta una fondamentale pagina della storia dei nuragici. Gli scavi hanno messo in luce i frammenti di almeno ventotto statue (pare che siano molte di più) e hanno rivelato la natura del luogo che a tutt'oggi sembra essere un cimitero costituito da tombe individuali, una vera novità per i nuragici che utilizzavano le sepolture collettive nelle tombe dei giganti.
Come si può capire ci troviamo davanti ad un fatto nuovo, che mette in discussione alcune delle certezze acquisite sul periodo più fiorente della preistoria sarda.
C'è l'ipotesi che le statue siano state appositamente distrutte. 
Possiamo ragionevolmente immaginare l'impatto che il gesto ha avuto sui nostri antenati. C'è la profanazione di un luogo sacro, caricato di un forte significato sociale e politico, oltre che religioso. Si percepisce nel gesto la volontà di annientare quanto di più viscerale e inviolabile hanno le persone: l'identificazione con personaggi mitici, con eroi, con divinità che danno un fondamento alla propria storia.


Guerriero 


Arciere


Arciere


 Pugilatore



Pugilatore



Modelli di nuraghe che mostrano il monumento con la parte sommitale ancora integra.

Gli scavi nel sito continuano e portano in luce numerosi reperti. Ci auguriamo che le nuove tecnologie agevolino il lavoro di ricerca e di ricostruzione al fine di dare una risposta alle tante domande che le statue hanno fatto nascere.

venerdì 20 giugno 2014

Berlino - Dresda

In questo blog vengono pubblicate soltanto foto. L'attività dell'Associazione Tholos viene aggiornata nel seguente blog:

Da venerdì 30 maggio a mercoledì 4 giugno 2014 un gruppo di soci Tholos si è recato in visita a Berlino, a Meissen e a Dresda.

Ecco alcune foto del viaggio. Talvolta ho preferito mostrare aspetti meno conosciuti.

SABATO 31 MAGGIO 2014

BERLINO


La prima visita è riservata al muro di Berlino.




Monumento a Friedrik Schiller nella Gendarmenmarkt ("Mercato dei Gendarmi") di fronte al Konzerthaus Berlin. Il poeta è attorniato dalle quattro muse.


Ackerstasse, nel 1961 si costruisce il muro.


Nel corridoio tra i due muri si trovavano anche congegni elettrici per procurare scosse a chi tentava di scappare.


Nella Bernauerstrasse sul pavimento si notano numerosi inserti circolari azzurri con una data, e una sigla che identifica i fuggitivi.


Nei giorni successivi alla costruzione del muro molti riuscirono a scappare calandosi dalle finestre delle case poste a confine tra i due settori est e ovest come mostra questa foto dell'epoca.


Potsdamer Platz - Berlino fu in gran parte distrutta durante la seconda guerra mondiale. La ricostruzione fu fatta sostituendo gli edifici storici con architetture moderne, quasi a voler dimenticare il passato.


 Potsdamer Platz. Architetture di Renzo Piano


Potsdamer Platz - Cupola nel Sony Center


Ecco come i berlinesi trascorrono un pomeriggio di sabato durante i festeggiamenti per l'Ascensione al cielo di Gesù.


Chiesa evangelica di MarienKirche (Santa Maria). Nata come Chiesa cattolica, dopo la riforma Luterana è diventata un centro di culto protestante. Nello spazio retrostante si trova una grande statua di bronzo che raffigura Martin Lutero.
Alle spalle si vede la Torre della Televisione per le antenne trasmittenti radiotelevisive costruita tra il 1966 e il 1969.


All'interno della chiesa si trovano numerose sculture di legno molto antiche.
La Madonna col bambino è affiancata da due donne incoronate come lei. Nel pannello di sinistra in alto si vede Gesù con due personaggi in barca e in basso è raffigurato Gesù con le braccia levate. Nel pannello di destra si vede un santo crocifisso a testa in giù e un santo che prega e sembra minacciato alle spalle da un uomo con bastone.


Opera eseguita in legno che raffigura l'adorazione dei Magi.


Duomo luterano. Ultimato nel 1905 in stile neo barocco.


Altare. Il Duomo è il luogo di sepoltura di coloro che detenevano il potere in Germania fin dal 1400. Nella cripta  si trovano cento tombe molto decorate di numerosi componenti della famiglia reale prussiana degli Hohenzollern, tra cui spiccano i sarcofagi di Federico I e della moglie Sophie Charlotte, e il sarcofago di Giovanni I di Brandeburgo risalente al 1530 circa.
In un altro locale ci sono numerose bare allineate in ordine.


Ai piedi di questa tomba è raffigurata la Morte che scrive su  un grande libro.
Dovrebbe essere la tomba di Sophie Charlotte moglie di Federico III di Brandeburgo incoronato poi come Federico I di Prussia.



Siesta sulle rive dello Spree

DOMENICA 1 GIUGNO 2014


Mentre aspettiamo per entrare a visitare il Reichstag (il Parlamento) all'ingresso notiamo una lapide che ricorda la morte e la persecuzione dei membri del Parlamento della Repubblica di Weimar (1919-1933). Le lastre di pietra nera che so vedono sullo sfondo li rappresentano.


Dalla sommità del Reichstag vediamo uno dei tanti spazi verdi di Berlino. tra gli alberi si scorge una statua di bronzo che raffigura un soldato.


Dalla sommità  del Reichstag si notano nel prato numerose siepi che probabilmente simboleggiano vittime del nazismo.


Interno del Reichstag.



Qui siamo al Cimitero ebraico, Monumento in ricordo degli Ebrei uccisi.


Ci addentriamo nel Monumento. Quando il cimitero non si poteva più espandere gli Ebrei sovrapponevano le tombe.



Tra le foto del Pergamon Museum ho scelto questa che rappresenta un ambiente domestico.




Nella BebelPlatz originariamente chiamata Opernplatz (Piazza dell'Opera) il 10 maggio 1933 avvenne il rogo in cui i  nazisti bruciarono circa 25.000 libri ritenuti pericolosi. 
Nel 1947 cambiò nome e divenne Bebelplatz, dedicata al politico August Bebel. Sulla piazza si affacciano numerosi edifici storici della città: la Staat Soper Unter  den Linden, l’Alte Bibliothek, la St-Hedwias Kathedrale; di fronte alla stessa, oltre il viale, si trovano la Statua equestre di Federico il Grande e la Humboldt Universitat.
In ricordo del rogo dei libri si trova questo monumento costituito da una stanza sotterranea attorniata da scaffali vuoti.


Fontana nella Alexanderplatz appena sgombrata dalle bancarelle del mercatino allestito per i giorni di festa in ricordo dell'Ascensione di Gesù.

LUNEDI' 2 GIUGNO 2014
POTSDAM


Modello di bronzo del Neues Palais di Potsdam


Sans Souci - Tomba di Federico II di Prussia. Sulla sua semplice tomba, dove lui stesso aveva deciso di essere deposto, si trovano delle patate per ricordare che fu un promotore della coltivazione del prezioso tubero.


MARTEDI' 3 GIUGNO 2014

MEISSEN

Martedì 3 giugno 2014
Meissen. Il castello di Albrechtsburg e il Duomo.


Meissen. Occhio, le case ci guardano! (Questi, però, non siamo noi)


Saliamo al castello


Castello di Albrechtsburg. A destra c'è il Duomo in fase di restauro.

DRESDA


Lo Zwinger è uno dei principali monumenti della città tedesca di Dresda: si tratta di un complesso architettonico (palazzo con giardini) in stile barocco, costruito tra il 1709/10 e il 1732/33 per volere di Augusto II di Polonia detto il Forte (1670-1733).
Il termine "Zwinger", con cui è denominato il complesso significa all'incirca "fortificazione inframurale" (ovvero "fra le mura cittadine") o "castello concentrico" e fa riferimento ad una preesistente fortezza medievale.


Zwinger

MERCOLEDI' 4 GIUGNO 2014


Semper Opera - Piazza del Teatro - Statua equestre di Re Giovanni (1889)


Hofkirche - Cattedrale cattolica della Santissima Trinità. A sinistra accanto all'altare si notano le fiamme realizzate con cartoncino che forse simboleggiano lo Spirito Santo in occasione dell’Ascensione di Gesù appena festeggiata.



Fonte battesimale con statua di San Giovanni Battista


Su 25.000 piastrelle di porcellana di Meißen sono rappresentati 35 sovrani sassoni appartenenti alla dinastia Wettin, che ha regnato sulla Sassonia fino al 1918. 
Un operaio verifica con un martelletto l’aderenza delle piastrelle al muro.


Davanti alla chiesa protestante di Frauenkirche (Nostra Signora) campeggia la statua di bronzo di Martin Lutero.

UNA FAMIGLIA ITALIANA A DRESDA

A Dresda nel corso del 1700 si trasferì parte della famiglia di Giacomo Casanova.
Sua madre, Zanetta Farussi (1707-1776), era un'attrice comica. Quando rimase vedova, nel 1733, era al sesto mese di gravidanza del sesto figlio. Il più grande, Giacomo, aveva 8 anni.
E' lo stesso Giacomo a dirci che sua madre, "pur essendo bella e giovane, rifiutò la sua mano a tutti coloro che la chiesero in moglie: aveva fiducia nelle sue forze e ritenne di essere capace di allevarci da sola." ( Vol I,  pag.26)
Nel 1737 Zanetta fu scritturata a vita dall'Elettore di Sassonia per recitare nel teatro di Dresda con una compagnia di comici italiani. Goldoni, che scrisse una commedia per lei, la definisce "una vedova bellissima e assai valente".
Giacomo andava spesso a trovarla durante i suoi frequenti viaggi e scrisse delle commedie che lei recitò. A Dresda arrivarono in seguito la figlia Maria Maddalena che sposò Peter August, organista della corte  e il figlio Giovanni Battista, stimato pittore. Fu a Dresda in diversi periodi anche il figlio Francesco, pittore specializzato in scene di battaglia che visse a Parigi. Alcune sue opere si trovano al Louvre e all'Ermitage.
Giovanni Battista Casanova fu un importante pittore e fu direttore dell'Accademia di Dresda. La sua tomba con monumento si trova nella Alten katholischen Friedhof di Dresda.
Ironia della sorte, la tomba di Giacomo Casanova, morto a Dux in Boemia, è andata dispersa.
Il suo manoscritto invece, acquistato da Brockhaus, un editore di Dresda, scampato ad un incendio durante la seconda guerra mondiale, è stato pubblicato in edizione integrale soltanto nel 1960, circa 160 anni dopo la morte dell'autore (1798).
Nel frattempo l'originale, scritto in francese, era stato"piratato" e manipolato, inquinato nei contenuti e nella forma, e pubblicato più volte. Soltanto nel 1960 la casa editrice Brockhaus-Plon si risolse a pubblicare il manoscritto custodito nella cassaforte.

Giacomo Casanova, Storia della mia vita, Mondadori, 1983, Vol I, pag. 26