In questo blog vengono pubblicate soltanto foto. L'attività dell'Associazione Tholos viene aggiornata nel seguente blog:
|
Sezione del Nuraghe Flumenelongu
Nella sezione si nota un pozzo che non è stato ritrovato negli ulteriori scavi. La parte superiore è quasi del tutto crollata.
Il nuraghe Flumenelongu riveste particolare importanza per
il ritrovamento di un ricco ripostiglio contenente asce, bracciali, panelle di
rame o bronzo, e altro.
Inoltre nella zona si è trovato un bronzetto considerato
di fattura siro-palestinese della fine del II millennio
a.C.
I reperti del ripostiglio, datati X-IX secolo a.C.
collocano le coste della Sardegna sulla rotta della "via dello stagno" che
partiva dall'Egeo per raggiungere le coste britanniche. Inoltre collegano la
zona di Alghero al commercio fenicio.
Foto, disegno e notizie sono tratti da
"Il ripostiglio del nuraghe Flumenelongu" di Fulvia lo Schiavo - Dessì - Sassari
- 1976
http://blog.libero.it/tholos
Il
sito appare inserito in una organizzazione denominata “Sistema
Nurra”, costituita da vari insediamenti, che ottimizzava scambi e
conoscenze tecnologiche con altre aree del Mediterraneo.
La
conferenza di venerdì 8 giugno 2018 dal titolo “Il Nuraghe Flumenelongu nella Nurra Algherese: antichi ritrovamenti e nuove ricerche” presentata da Pietro Alfonso e tenuta da Graziano
Caputa, che ha effettuato lavori di scavo nel sito, ha fornito una
quantità decisamente notevole di informazioni.
Innanzitutto è interessante sapere che nella zona si trovava un
villaggio nuragico poiché offre un'immagine del territorio che lo
inquadra come una zona popolata, che potrebbe restituire altre
costruzioni sia private sia pubbliche. Un altro elemento fondamentale
è il ritrovamento di domus de janas nelle vicinanze scoperte
casualmente e purtroppo anche parzialmente distrutte dai lavori che
ne hanno permesso la localizzazione.
In
parole povere ci troviamo in una zona frequentata fin dal neolitico, che ha conosciuto un periodo di intensi scambi commerciali nel
nuragico e che, pur perdendo il suo ruolo, ha mantenuto degli
insediamenti nei secoli successivi almeno fino ad epoca tardo e post
medievale.
Tutto
questo ci raccontano i reperti che gli scavi archeologici hanno
riportato alla luce negli scorsi decenni: una gran quantità
di manufatti che possono ricostruire la vita del villaggio dalla sua
nascita al suo declino.
Purtroppo
dobbiamo segnalare che agli scavi archeologici condotti in maniera
scientifica si è affiancata la distruzione di interi strati da parte
di clandestini alla ricerca di bronzi e di reperti
commerciabili provocando così un irreparabile danno in quanto è stata sottratta una parte di informazioni indispensabili per ricostruire la storia della zona.
A
breve distanza dal terreno pianeggiante dove sorge il nuraghe
Flumenelongu, nel raggio di 1 Km e mezzo, sono stati individuati
altri 5/6 nuraghi tra i quali il Siseri costruito sull'omonima
altura, e il Nuraghe Biancu all'interno dell'area aeroportuale.
Nuraghe
Biancu
Graziano
Caputa nel corso della conferenza ha mostrato un gran numero di immagini degli oggetti ritrovati durante gli scavi, ad iniziare dal celebre
bronzetto siro-palestinese con un copricapo simile ad una tiara, che
viene raffrontato a una divinità di tipo egizio.
Ugualmente
significativo è il ritrovamento del ripostiglio contenente lingotti
di rame.
L'attento
lavoro di scavo e di setacciamento del terreno, anche di quello
sconvolto dai tombaroli, ha permesso di individuare, tra l'altro:
accettine
prenuragiche, con tutta probabilità prelevate dalle vicine domus
de janas per essere riutilizzate;
schegge
di ossidiana usate per armare falci o per allestire tavolette sulle
quali si passavano le spighe per separare i chicchi di grano dallo stelo;
numerosi
frammenti di ceramica decorata con tratti geometrici nero su nero, e
simili, che pare sia caratteristica di Flumenelongu:
ceramica
decorata a pettine, forse utilizzata per imprimere segni sul pane;
ceramica decorata a cerchielli;
macine
nuragiche con presa rialzata;
vasi
ricuciti con punti di piombo per riparare una rottura;
brocca
askoide elegante e raffinata;
dolia
di terracotta di età romana;
vaso
con orlo a tre beccucci;
vasi
a sostegno, usati forse per bruciare sostanze resinose durante
cerimonie rituali;
lucerne
fittili;
fusaiole
che venivano fatte ruotare per torcere il filo. Oltre alla lana si
filavano il lino, l'ortica, e altri vegetali;
lance
di bronzo, elementi decorativi e fibule di metallo;
ambra
di probabile provenienza baltica;
frammenti
di ceramica etrusco-corinzia;
Ceramiche
fenicie, puniche, a vernice nera;
Anfore
vinarie e olearie.
Un
cenno a parte merita il ritrovamento di un grande bacile sul tipo di
quello di Sant'Imbenia associato ad una vasca rettangolare,
associazione che troviamo anche a Sa Sedda 'e sos Carros.
Per
quanto riguarda il cibo sono stati trovati resti di cervo, daino,
prolago sardo, patelle, vongole, ostriche.
Al
momento si può ipotizzare che Flumenelongu facesse parte di un
sistema Nurra comprendente anche Monte Siseri e altri siti che facevano
capo a Sant'Imbenia per superare la frammentarietà e per organizzare
gli scambi delle eccedenze nel mercato mediterraneo.
In
altre parole Sant'Imbenia, sul mare, era il porto verso il quale
confluivano i prodotti del territorio per essere scambiati con
manufatti provenienti da mercanti che trasportavano le loro esotiche
mercanzie sulle loro navi.
Il
vino della Nurra raggiungeva così il nord-Africa, la Spagna,
l'Italia, e gli artigiani locali potevano condividere ed arricchire
le tecnologie con maestranze di lontane località.
Gli scavi sono stati sospesi per mancanza di fondi. Il nuraghe è ancora interrato fino al piano di calpestio del primo piano e ci auguriamo che i lavori riprendano al più presto. |
venerdì 7 ottobre 2011
Nuraghe Flumenelongu
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento