Il cimitero di Ploaghe, benedetto nel 1797, è il più antico della Sardegna. Fino all'editto di Napoleone i defunti venivano deposti nelle cripte delle chiese con vari inconvenienti soprattutto di carattere igienico-sanitario. Dopo l'editto passarono alcuni anni prima che i comuni creassero appositi luoghi di sepoltura lontani dall'abitato e Ploaghe fu il primo paese sardo ad avere un cimitero.
Attraverso le lapidi del cimitero di Ploaghe si può ricostruire la storia del paese. Inoltre la loro iconografia è significativa e l'interpretazione può dare molte informazioni. Non dimentichiamo che gran parte delle notizie che conosciamo dei periodi privi di documenti deriva proprio dalle sepolture.
Fra Serafino dovette lasciare l'ordine dei frati cappuccini "aboliti gli ordini religiosi". L'abolizione avvenne negli anni Sessanta dell'Ottocento.
Valentino Sini era chirurgo e vaccinatore.
Nell'agosto 1855 anche a Ploaghe è arrivato il colera che ha provocato migliaia di vittime in Sardegna.
Questa è la lapide del Canonico Giovanni Spano, personaggio di spicco nella storia,
archeologia e cultura della Sardegna
Nella seguente visita alla Quadreria del Canonico Spano il gruppo ha avuto l'occasione di vedere alcuni dei quadri che il canonico aveva collezionato in vari modi: con l'acquisto, le donazioni, o semplicemente portandoli via da chiese ormai abbandonate, per non disperderli. La collezione è molto ricca ed interessante.
La visita è proseguita nell'ex convento dei Cappuccini trasformato dal Comune in struttura culturale.
In un salone è stata allestita una mostra di mosaici realizzati in loco da artisti provenienti da diverse nazioni europee ed extraeuropeee.
Mosaici esposti nel salone dell'ex Convento dei Cappuccini
Il gruppo davanti alla parrocchiale San Pietro Apostolo
Concluso il programma della mattinata c'è stata la pausa pranzo nell'agriturismo Carrucana a Martis.
Nel pomeriggio il gruppo si è recato a Perfugas. La prima tappa è stata il retablo di San Giorgio custodito nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Quindi il gruppo si è diretto verso il pozzo sacro di Predio Canopoli di epoca nuragica.
Le recenti piogge hanno riempito il pozzo che appare ancora colmo d'acqua.
Le campane della chiesa di Santa Maria degli Angeli suonano le ore. Il sole sta per tramontare e il gruppo si dirige verso il museo.
Al museo siamo stati accolti con un gradito rinfresco con dolci e bevande.
La zona di Perfugas è, al momento, l'unica della Sardegna che ha restituito evidenti tracce del passaggio dell'homo nel paleolitico inferiore. Si sono trovati strumenti litici ricavati su schegge di selce risalenti al Clactoniano arcaico (500.000 anni fa). In quei lontani tempi la Sardegna era raggiungibile attraverso l'arcipelago toscano e la Corsica poiché il mar Tirreno era molto meno profondo di quanto non lo sia oggi e tra le isole toscane e la Corsica vi era soltanto un breve braccio di mare. I gruppi che hanno raggiunto il territorio di Perfugas vi hanno sostato per un certo tempo in quanto hanno sfruttato un ricco giacimento di selce, la pietra utilizzata nel paleolitico per costruire gli strumenti utili soprattutto per pulire le pelli, per lavorare il legno e l'osso e forse anche per tagliare e battere i vegetali di cui si nutrivano come per la macellazione di piccoli animali. Erano nomadi e non si riscontra continuità di presenza umana per alcune centinaia di migliaia di anni, fino a circa 20.000 anni fa, ma si tratta ancora di presenze temporanee. Il popolamento dell'Isola inizia circa 8000 anni fa, e nel territorio dell'Anglona sono presenti quasi tutte le culture succedutesi in Sardegna dal Neolitico antico ai giorni nostri con un vuoto nel periodo fenicio-punico. Il museo riveste dunque un'importanza particolare in quanto è un riassunto di 500.000 anni di storia del territorio sardo. Ha inoltre una sezione paleobotanica con i resti fossili di conifere, olmi e palmizi.
A Ploaghe e a Perfugas abbiamo avuto delle guide molto competenti e gentili.
Visite precedenti dell'Associazione Tholos a Perfugas: Domenica 23 maggio 1999 - 20 ottobre 2018
CURIOSITA': Il cimitero di Alghero, costruito sotto la direzione del capitano degli Ingegneri Leopoldo David e del governatore don Carlo Cugia, è stato benedetto il 24 aprile 1816. Cfr. G. A. Màssala, Giornale di Sardegna, Poliedro, Nuoro, 2001, pp. 156-157 e p. A. Spina, I conventi di Alghero tra il 1600 e il 1870, Passionisti, Alghero 2002, p.18.
L'antico cimitero è stato distrutto negli anni Quaranta-Cinquanta del Novecento. Ogni commento è superfluo. Al suo posto si trovano la chiesa della Mercede e i giardini pubblici Tarragona.